VANESSA GRAVINA
VANESSA GRAVINA

VANESSA GRAVINA

“PAZZA”  di Tom Topor

Con (in o.a.) Fabrizio Coniglio – Davide Lorino – Paola Sambo – Maurizio Zacchigna

Regia Fabrizio Coniglio

 

LO SPETTACOLO

Lo spettacolo va in scena per la prima volta a Broadway nel 1980, per poi essere riproposto al cinema dallo stesso Topor in una fortunatissima versione che vede Barbara Streisand nei panni della protagonista, Claudia Draper.

Claudia Draper, una squillo di lusso, viene accusata dell’omicidio di un anziano cliente e rischia venticinque anni di carcere. Pur di salvarla, la ricca famiglia si affida ad un valente legale per farla dichiarare incapace di intendere e di volere e farla internare in un istituto di psichiatria, dal quale potrà uscire dopo pochi anni. Ma la donna si sbarazza del legale pagato dai genitori e viene affidata ad un avvocato d’ ufficio, Aron Levinsky il quale intuisce – dietro il contegno ostico dell’ indesiderata cliente – un’ intelligenza acuta e la capacità di collaborare alla propria difesa. Claudia lo fa a prescindere da ogni cavillo giudiziario, solo svelando dolorosamente, con disperata causticità, lo scabroso entroterra familiare dai toni freudiani nel quale è maturata la sua squallida scelta di vita, e le intollerabili pretese del cliente che scatenò la sua micidiale reazione di difesa.

Pazza: perché una donna vuole dimostrare di essere perfettamente consapevole di intendere e di volere e di non farsi definire “pazza”, sottoponendosi ad un processo per un reato commesso? Perché tutti, compreso la sua famiglia, vogliono invece definirla “pazza”. In un periodo storico in cui la violenza sulle donne è in preoccupante aumento nel nostro paese, cercheremo di entrare dietro i segreti di una famiglia borghese. Quante volte abbiamo sentito la frase , dopo un caso di violenza tra le mura domestiche, “sembrava una famiglia normale” da parte di conoscenti o testimoni. Cercheremo di coinvolgere lo spettatore in questo viaggio oscuro all’interno di una “Normale” famiglia borghese italiana. Cercheremo, durante tutto il racconto scenico, di rendere estremamente umani i personaggi che compongono questo quadretto familiare, proprio per accompagnare lo spettatore verso la apparente normalità di una famiglia perbene.

 

 

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