ANDREA ORTIS / MICHELE RENZULLO / SELENE DEMARIA
ANDREA ORTIS / MICHELE RENZULLO / SELENE DEMARIA
ANDREA ORTIS / MICHELE RENZULLO / SELENE DEMARIA
ANDREA ORTIS / MICHELE RENZULLO / SELENE DEMARIA

ANDREA ORTIS / MICHELE RENZULLO / SELENE DEMARIA

IL VAJONT DI TUTTI – Riflessi di speranza” di Andrea Ortis

Con Elisa Dal Corso – Mariacarmen Lafigliola – Jacopo Siccardi

Regia Andrea Ortis

TRAILER 

 

LO SPETTACOLO 

Il Vajont di tutti, riflessi di speranza si svolge attraverso il racconto del narratore (Andrea Ortis) che, con il supporto di proiezioni documentali, filmati, immagini storiche e musiche, presenta la vicenda del Vajont e guida il pubblico in un percorso a ritroso nel tempo, dettagliando, secondo gli accadimenti processuali, i retroscena della disgrazia e le ragioni che la determinarono. La narrazione, posta in un tempo presente, è intervallata dalla presenza in scena di due ambienti posizionati nel passato: lo studio dell’ingegnere Carlo Semenza (Michele Renzullo), responsabile del dipartimento di idraulica della S.A.D.E. e progettista della diga del Vajont e la casa di Tina Merlin (Selene De Maria), unica giornalista che all’epoca dei fatti si batté per i diritti delle popolazioni montane interessate. L’impianto visivo, costituito dall’utilizzo di proiezioni animate, è un supporto storico- documentale di assoluto valore, che accompagnando tutto il tracciato della narrazione con una ricostruzione dettagliata e circostanziata dei fatti, agevola la comprensione e l’ascolto. A questo si aggiunge la presenza di un ultimo personaggio: una famiglia di montagna composta da tre fratelli (Elisa dal Corso, Jacopo Siccardi, Mariacarmen Iafigliola) che racconta, in prosa e canto dal vivo, (con esecuzione di brani che vanno da Beniamino Gigli ad Elvis, dai Beatles a Mina, dal Trio Lescano a Celentano) attraverso il proprio vissuto, da una parte, la variazione di moda e costume portata dal progresso nelle case degli italiani e nelle comunità montane, dall’altra, l’arrivo nella valle del Vajont della S.A.D.E., la conseguente costruzione del bacino artificiale e l’immane tragedia del 9 ottobre 1963.

 

NOTE DI REGIA

Ognuno ha il “suo” dolore. La storia del nostro paese è piena di vicende non risolte, nascoste, occultate; storie senza pace e senza giustizia, in cui a rimetterci sono gli ultimi, la gente comune e a soccombere è l’uomo con tutta la sua umanità. A volte è proprio questo dolore che crea partecipazione e, quasi inspiegabilmente, unisce tutti, in una comunità allargata, solidale, stimolata da fatti che, più di altri, ci colpiscono e ci chiamano in causa. Dissesto idrogeologico, domanda di energia e abusi edilizi sono temi della contemporaneità, intrecciati ad un passato dalle cui dinamiche, che continuano a scuoterci riproponendosi nel presente, non possiamo distogliere lo sguardo. Ognuno ha il “suo” dolore ecco perché la storia del Vajont è la storia di tutti, un monito attualissimo che parla alle nostre coscienze, richiamandoci al ruolo di ospiti in questo pianeta, non di padroni. Solo riconoscendo i nostri limiti e i nostri errori; solo presentando la verità possiamo immaginare una ripartenza che si fondi sulla capacità dell’uomo di credere in un bene comune, che coinvolga in una dimensione più ampia, corale, parti di un paese nel quale poterci sentire “pubblico” ed “attori principali”. Ognuno ha il “suo” dolore. “Il Vajont”, nella storia delle mie origini friulane, è il mio.

Andrea Ortis

 

 

 

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